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Storia dei Molini di Voghera

Saetta

Siamo Mugnai dal 1610

Siamo mugnai dal 1610 e il tempo ci ha insegnato a scegliere solo il meglio. Per fare una buona farina non basta avere un buon grano. Bisogna averne tanti diversi e saperli miscelare con maestria. Per la nostra farina Oltrepò abbiamo scelto i grani coltivati dai nostri produttori di fiducia, che ci garantiscono qualità e tracciabilità della materia prima con cui lavoriamo.

L’Oltrepò Pavese, il nostro prezioso KM zero, 1.000 km² di territorio racchiusi tra Emilia Romagna, Piemonte e Liguria, è l’ingrediente alla base del nostro prodotto unico e di qualità.

Mappa Idrografica di Voghera del 1826

Idrografia del torrente Staffora dove sorse sulle rive il Molino delle Quattro Ruote

Mappa Idrografica di Voghera del 1826
1 Febbraio 909

Berengario I Re d’Italia autorizza la Pieve di San Lorenzo di Voghera all’apertura di un canale d’acqua dallo Staffora per costruirvi i molini che serviranno all’economia borghigiana. La nuova roggia viene detto “dei Molini” o “canale lagozzo”. Così facendo sanziona ufficialmente, anche se indirettamente, la giurisdizione vogherese sullo Staffora, fonte di benessere economico e sociale dell’Oltrepò.

Berengario I Re d’Italia
1326 - 1327

Ludovico IV, incoronato Imperatore a Roma nel 1328, concede a Voghera il pieno possesso delle acque del torrente Staffora, dalle sue sorgenti fino all’abitato iriense, vietando a chiunque di poter derivare o attingere acqua dal letto del medesimo o impedirne il decorso. Tra il XV e il XVI secolo, lungo il canale Lagozzo o roggia dei Molini, fiorisce una serie di strutture molitorie tra cui ricordiamo il Molino della Quattro Ruote, fronteggiante il Casone Villani, il seguito Meardi.

 
Corona
7 febbraio 1610

Filippo III di Spagna concede il feudo di Mondandone e la licenza di macinazione a Giovanni Battista Rovida e lo investe del titolo di conte. In quel periodo si ha la certezza che tra i beni dei Rovida vi fosse già il molino “delle Quattro ruote” pur non ritrovandolo direttamente citato tra i toponimi di quella squadra feudale La struttura molitoria che fu poi denominata “delle Quattro Ruote”, aveva in origine due sole ruote nel rispetto di precetti stipulati tra le Comunità di Voghera e Rivanazzano con i quali si garantiva, anche in tempo di siccità, lo scorrere massimo di non più di undici once d’acqua nel canale, capaci di far funzionare non oltre le due pale (quantità che fu poi causa di lunghe liti e discordie)

25 febbraio 1739

Giuseppe Gallini e fratelli, rilevano l’affitto del molino “delle Quattro ruote” stipulando un contratto con i proprietari, i marchesi Ottavio e Antonio Rovida. La famiglia Gallini, di origine ligure e in seguito stabilitasi a Voghera, dal commercio fiorente della seta dilata i suoi interessi al settore delle granaglie di cui è ricca la Pianura Padana.

Carta Idrografica
3 luglio 1827

L’ingegnere idraulico Gaetano Cattaneo predispone la prima “Carta idrografica dell’intiero corso dello Staffora”. Nell’indice descrittivo dell’anno seguente è presente una descrizione del mulino: “molino delle Quattro ruote, avente effettivamente quattro ruote disposte due a due mediante doppio salto consentito, di spettanza del Carlo Zelaschi. Seguendo l’asta oltre esso molino incontrasi a sinistra una serraglia con torno e catena inserviente a tramandare le acque in Staffora, e quindi nel canale ossia rivolo detto di San Stefano, giusta le rispettive competenze”.

Molino delle Quattro Ruote
4 maggio 1858

Viene avviata la ristrutturazione del molino“delle Quattro ruote”

15 settembre 1910

Viene stipulata la convenzione tra il Comune di Voghera ed un gruppo di mugnai cittadini per formare e mantenere una nuova chiusa a Valghiaia. Realizzata da Cesare Mangiarotti, mugnaio del molino Comunità, la chiusa assicura l’acqua, che nel periodo di siccità garantisce le comunelle di Zancane, S. Antonio e S. Carlo, con grande beneficio per il funzionamento dei manufatti molitori della sponda destra del torrente.

1914

Il molino ritorna alla diretta gestione di Antonio fu Francesco Zelaschi che riconferma il suo contributo al rinnovo della medesima chiusa.

1936

Luigi Zelaschi attua la sostituzione del vecchio impianto originario con altro moderno a palmenti e ruota idraulica in ferro: l’antica strumentazione, con ruote in legno a tappe, poco produttiva per il lento movimento, viene rimpiazzata con ruota unica a cassone di ghisa capace di dare più ricavo con un minore utilizzo di acqua. Si risolve così l’annoso problema derivato nel corso dei secoli dal limitato quantitativo prelevabile per uso, concesso dal Comune di Voghera. Scompare così con lo smantellamento delle quattro tipiche ruote, una delle più significative caratteristiche di questo nostro molino a cui rimase però, incancellabile, il nome nella toponomastica iriense.

15 gennaio 1949

Gli Alpeggiani cedono la proprietà del “Molino delle Quattro Ruote” alla società da essi costituita lo stesso giorno con i fratelli Giovanni e Luigi Bona di Trezzo Tinella, denominata “Società per Azioni Molino Quattro Ruote”, destinata alla macinazione ed al commercio dei cereali.

Farina macinata Molino Quattro Ruote
Molini di Voghera
21 giugno 1954

Causa l’abbandono dei Bona per traversie finanziarie, si costituisce una nuova società con la ragione sociale di “Molini di Voghera SpA”. Grazie alla lungimiranza della Duchessa De Ferrari – azionista di maggioranza – il molino è stato ampliato e potenziato con macchinari e attrezzature moderne che gli permettono di competere nel settore e ne fanno un simbolo inconfondibile per la zona e per lo Staffora che per quattro secoli, con le sue acque, ne è stato linfa vitale. (Duchessa Ida Novaresio De Ferrari – scomparsa nel 2010).

1995

Vengono realizzati in cemento armato l’impianto di trasformazione e l’edificio adibito alle fasi di pulitura del frumento, della macinatura e dello stoccaggio delle farine.

 
Silos
2007

Ultimati i nuovi silos in cemento armato per una migliore coibentazione del frumento. La capacità di stoccaggio arriva così a oltre 70.000 quintali di grano suddivisi in 60 celle che permettono di stoccare e separare le diverse partite di grano degli agricoltori locali.

2012

Completato il nuovo reparto, dotato di ulteriori dieci fariniere da 50 tonnellate ciascuna e di impianto di insacco automatizzato.

Insacco Automatizzato
Gennaio 2014

Entra in funzione il nuovo reparto dedicato alla logistica.

 
Tavolozza Colori Pack Farina
Gennaio 2011

Molini di Voghera rinnova la propria immagine ridisegnando il proprio logo e il packaging delle proprie farine.

Farine Oltrepò
Ottobre 2012

Progetto Farine Oltrepò.

 
Ottobre 2016

Campo sperimentale dove di coltivano e riscoprono i grani antichi.

Penna
2017

Molini di Voghera avvia la stipula di contratti di Filiera.